Con internet le soluzioni si sono moltiplicate esponenzialmente. Le variabili da prendere in considerazioni variano dalla tecnologia, il prodotto, la distribuzione, il servizio, l’affidabilità qualitativa e finanziaria. Tutte queste dinamiche rendono molto complesso per il buyer prendere una decisione di acquisto. Il 77% dei buyer B2B lamenta frustrazione e difficoltà nel processo.
Gartner ha identificato 6 attività che compongono il Buyer Journey che il cliente deve completare per finalizzare una scelta di acquisto:
L’ultimo punto è forse il più complesso, serve un Champion che guidi, Sponsor della soluzione, Tecnici che possono garantire il rispetto dei requisiti, Decisori che dedicano il giusto tempo, risorse che non sottovalutano il momento di stress che un processo di acquisto B2B può generare nell’organizzazione.
Il processo non è lineare, predittivo e sequenziale. Richiede molti loop sulle 6 attività del processo decisionale.
Le informazioni guidano il processo di vendita e possono generare vendite di alta qualità. Se il buyer percepisce le informazioni fornite chiare, complete, concordi, per tutto il processo di acquisto, la possibilità di concludere con successo il processo di vendita sono 2,8 volte superiori e 3 volte più probabile sarà chiudere un Deal più grande di un processo con informazioni non allineate tra gli Stakeholder coinvolti.
I fornitori devono consentire ai buyer di completare le attività di acquisto concentrandosi sul fornire ai clienti informazioni specificatamente progettate per aiutare a completare in maniera coerente il processo di acquisto.
Questa ultima considerazione apre alla necessità di costruire delle piattaforme di condivisione delle informazioni, coerenti e sempre disponibili. Chiamiamolo e-commerce B2B, catalogo digitale B2B, academy B2B, etc. Non importa. Non voglio focalizzare l’attenzione sul processo di check out tipico delle piattaforme e-commerce.
Ma della necessità di rendere disponibili le informazioni al buyer per ogni attività del buyer Journey, per ogni stakeholder, per ogni fase. Queste informazioni devono essere chiare, coerenti, utili allo Sponsor interno al Buyer per evangelizzare i colleghi, per essere reattivo alle richieste, per abilitare quel processo di supporto e consulenza predittivo.
Se seguite il mondo dell’innovazione delle startup, potrete osservare l’incremento delle iniziative tecnologiche in ambito e-commerce B2B, delle applicazioni di intermediazione per supportare il nuovo Buyer (che ricordo dedica oggi lo stesso tempo nelle ricerche online rispetto ai meeting di persona), degli investimenti di fondi e venture in questo settore. Un incremento che racconta l’evolversi del mercato. L’innovazione cerca proprio di cogliere delle inefficienze, dei GAP, dei problemi e risolverli offrendo più efficienza, minori costi, maggiore accesso.
“In the future every company will become a software company” diceva Marc Andreessen. Probabilmente è il momento delle aziende B2B.
Nell’ultimo mese abbiamo iniziato un progetto di Digital Sales con un produttore leader Italiano del settore della ceramica. Durante le interviste per definire le Customer Persona abbiamo sentito Rivenditori, Architetti, Clienti e Key Account. “Get out of the Building” diceva Steve Blank nel libro The Four Steps to the Epiphany: Successful Strategies for Products That Win. Tornate ad ascoltare i vostri Clienti, indipendentemente dal “jobs” di vendita.
Le evidenze riportate in questo articolo sono sembrate immediatamente chiare dal racconto dei Rivenditori. Il prodotto è replicabile: prezzo, qualità, distribuzione, sono comparabili e non differenzianti, non sono più un fattori chiave di successo. Il Brand è importante, ma quando il cliente entra presso un rivenditore, plurimandatario, con offerte diverse e paragonabili per ogni esigenza del cliente finale, le variabili in gioco, che faranno proporre al consulente alla vendita uno o l’altro brand, sono tantissime: stock, politiche commerciali, incentivi, disponibilità, prezzo, informazioni disponibili, anche variabili soggettive del consulente alla vendita. Solo il 10% dei clienti finali hanno in mente un Brand entrando da un rivenditore. Ma la loro preferenza non è solida nel momento della scelta.
Il fattore chiave di successo risiede nella relazione intesa come attenzione alle necessità di chi affronta come front end il mercato e i clienti:
Tutte queste informazioni risiedono nel E-Commerce B2B. L’obiettivo non è fare concorrenza ai rivenditori offline o reseller online, ma fornire un maggior servizio e tutto. Ecco che collegare un CRM e una piattaforma di Marketing Automation potrebbe abilitare, lato Produttore, i processi di gestione di queste relazioni e di servizio e supporto dei consulenti alla vendita: alert, task, nurturing, academy, aggiornamenti, customer service.
L'ecommerce B2B sarà la nuova frontiera del Digital Sales B2B. E sarà 10 volte più grande della rivoluzione del E-commerce B2C, sia per volumi sia per necessità che per abitudine all’acquisto online. Ricordiamoci che non si vende alle aziende, ma a persone che lavorano nell’azienda e prendono le decisioni, e da anni ormai sono abituati a comprare online.